Due temi molto rilevanti e connessi nella società italiana contemporanea sono l’immigrazione ed il razzismo. I morti e lo sfruttamento degli immigrati sono sfide particolarmente preoccupanti. Due luoghi dove le persone come i trafficanti sfruttano molto gli immigrati sono il confine tra il Messico e gli Stati Uniti ed il Mediterraneo. Vorrei concentrarmi su una possibile soluzione ai morti ed allo sfruttamento degli immigrati: aprire i confini. Con questo metodo, i governi limiterebbero meno il passaggio delle persone attraverso i confini nazionali. Sosterrò che i confini dovrebbero essere più aperti per eliminare il bisogno per i trafficanti e che aprire di più i confini non danneggia i cittadini. In questo articolo, per primo parlerò dei legami tra il razzismo e i sentimenti anti-immigrazione (simili legami sono mostrati nella canzone “Io non sono razzista ma…” del rapper italiano Willie Peyote). Poi, discuterò le ragioni per cui penso che i confini aperti siano una cosa positiva e confuterò le argomentazioni contro i confini aperti.
I legami tra il razzismo ed i sentimenti anti-immigrazione
Nella sua canzone “Io non sono razzista ma…”, Willie Peyote parla dei sentimenti razzisti che sono provati dalle persone in risposta all’immigrazione (Willie Peyote). Questi sentimenti razzisti sembrano caratterizzare le opinioni contro l’immigrazione delle persone dall’Africa all’Europa e anche dall’America Latina agli Stati Uniti. Specialmente negli Stati Uniti, i movimenti anti-immigrazione erano storicamente contro le persone non viste come bianche. Le leggi americane come il “Chinese Exclusion Act” provavano ad accogliere solo i bianchi (“Chinese Exclusion Act”). La definizione di “bianco” è molto cambiata; per esempio, gli italiani non sono stati considerati bianchi negli Stati Uniti fino al ventesimo secolo (Starkey). È difficile dire che questi sentimenti sono cose del passato. Molti politici e altre persone ancora disdegnano gli immigrati di colore; per esempio, Donald Trump ha condannato l’immigrazione dai paesi non bianchi (Watkins and Phillip). La definizione di “bianco” sembra continuare ad espandersi; per esempio, un distretto scolastico nello stato di Washington ha dichiarato che gli asiatici non sono persone di colore (Casiano). Questa espansione funziona per tenere in potere i bianchi; se i bianchi fossero considerati come solo le persone di origini nordeuropee, com’era la definizione nel diciannovesimo secolo, la maggior parte degli Americani sarebbero considerati persone di colore. Sembra che la definizione di chi è bianco, insomma, sia cambiata durante la storia americana per escludere gli immigrati di colore e per sostenere il controllo sull’America da parte dei bianchi.
I benefici dei confini aperti
Avere i confini più aperti è un modo promettente di assicurare la sicurezza dei profughi. I trafficanti di migranti usano mezzi pericolosi per trasportarli a un altro paese. I trafficanti sanno che i migranti, che sono disperati di lasciare i loro paesi, li pagano molti soldi. A causa dell’illegalità del traffico dei migranti, i trafficanti non sono regolamentati e quindi possono fare qualsiasi cosa. Con i confini aperti, però, i migranti non avrebbero lo stesso bisogno di pagare un trafficante, perché ci sarebbero mezzi sicuri e facili per attraversare i confini. Mezzi come il trasporto gratis attraverso i confini e l’aiuto a trovare lavoro nel paese nuovo, quando combinato con i confini aperti, possono essere la chiave per fermare il traffico dei migranti. Questi mezzi possono prendere forme diverse in luoghi diversi. Sul Mediterraneo, per esempio, questi mezzi possono includere barche più sicure, e tra gli Stati Uniti ed il Messico questi mezzi semplicemente possono essere passaggi aperti attraverso i confini. Con i confini aperti, i costi impiegati nei sistemi di respingimento potrebbero essere dirottati sull’aiuto ai migranti. Inoltre, meno restrizioni potrebbero avere altri effetti positivi. Per esempio, distruggere i confini fisici può dare più spazio all’ambiente.
Un altro effetto positivo di aprire i confini sarebbe la maggiore crescita economica. Nel suo libro Open Borders: The Science and Ethics of Immigration, l’economista Bryan Caplan offre un argomento convincente per i confini aperti. Caplan parla di come i lavoratori nei paesi in via di sviluppo sono sottoutilizzati e anche di come, se le persone dai paesi in via di sviluppo avessero l’abilità di lavorare in un paese sviluppato, le condizioni economiche sarebbero migliori (Poll). I talenti e la conoscenza sia dei lavoratori specializzati sia dei lavoratori non-specializzati possono essere molto utili nelle economie sviluppate; quindi, i confini più aperti aiutano sia i migranti ad un paese sia le persone che sono già in quel paese. Inoltre, come ho spiegato prima, con confini aperti, il governo dovrebbe spendere meno soldi sulla regolamentazione dell’immigrazione – dal 2003, gli Stati Uniti hanno speso 381 miliardi di dollari (American Immigration Council). Quei soldi possono essere spesi per aiutare i migranti e per migliorare i servizi sociali in generale.
Le confutazioni
Un argomento contro i confini aperti è che i migranti porterebbero via lavoro alle persone nel nuovo paese. La verità, secondo me, è che lo stimolo economico dato ai paesi sviluppati con i confini aperti creerebbe più lavori. Inoltre, quei lavori non dovrebbero essere riservati ai cittadini. È ingiusto dare vantaggi ad alcune persone solo a condizione che siano nate in un certo paese. Come ho detto prima, con i confini aperti, più soldi potrebbero essere spesi sui servizi sociali, perciò avere i confini aperti mitiga i disagi economici.
Un altro argomento contro i confini aperti è che i confini aperti dei paesi sviluppati prendono il talento dai paesi in via di sviluppo (questo fenomeno è chiamato “la fuga dei cervelli”), danneggiandoli. La mia refutazione è che, visto il fatto che molti immigrati mandano soldi alle loro famiglie nei paesi d’origine, questi soldi probabilmente aiutano le economie in tutti i paesi. Anche è importante capire che, con i confini aperti, ci sarebbe più scambio di idee, persone, e soldi. È molto possibile che, in una situazione con confini aperti, la fuga dei cervelli sarebbe meno diffusa di com’è nella situazione corrente.
Infine, alcune persone dicono che molti immigrati portano idee che sono contro i valori dell’Occidente. A questo punto direi che è difficile identificare che cosa costituisca un valore buono o cattivo. Secondo me, tutte le culture creano valori e cose buone e non si può identificare obiettivamente valori buoni o cattivi; quindi, non è convincente dire che gli immigrati portino valori cattivi.
Commenti finali
Vorrei anche chiarire ulteriormente il mio argomento. Penso anche che, se apriamo i confini troppo velocemente, ci saranno troppe conseguenze negative. Perciò vorrei sottolineare che dovremmo aprire i confini in un modo lento e graduale. Quest’apertura graduale comincerebbe con un’ammissione maggiore degli immigrati. Quest’ammissione permetterebbe ai governi di vedere e risolvere delle inefficacie e dei problemi. Dopo alcuni anni, i governi potrebbero aggiungere mezzi di trasporto più sicuri per i migranti. Alla fine, i confini sarebbero aperti o quasi aperti.
In conclusione, una chiave per evitare i morti tra i migranti è sostenere i confini aperti. Oltre a prevenire questi morti, i confini aperti hanno molti altri benefici per la società e l’economia (e anche in altri campi, come l’ambiente). Con un’apertura graduale e lenta, possiamo evitare i problemi associati ad un afflusso di nuovi cittadini. Secondo me, gli immigrati e le altre culture rafforzano i valori condivisi tra tutte le persone nel mondo. Siccome i sentimenti anti-immigrazione si legano al razzismo ed alla xenofobia, i confini aperti potrebbero portare a una conoscenza più grande delle altre culture e, dunque, a un mondo più unito e tollerante.
Bibliografia
Casiano, Louis. “Washington School District Doesn’t Include Asian Kids in ‘Students of Color’ Category.” Fox News, FOX News Network, 17 Nov. 2020, www.foxnews.com/us/asian-color-category-washington.
“Chinese Exclusion Act.” AAPF, aapf.org/chinese-exclusion-act.
“The Cost of Immigration Enforcement and Border Security.” American Immigration Council, 9 July 2020, www.americanimmigrationcouncil.org/research/the-cost-of-immigration-enforcement-and-border-security.
Poll, Zoey, et al. “The Case for Open Borders.” The New Yorker, 20 Feb. 2020, www.newyorker.com/culture/annals-of-inquiry/the-case-for-open-borders.
Starkey, Brando. “White Immigrants Weren’t Always Considered White – and Acceptable.” The Undefeated, The Undefeated, 10 Feb. 2017, theundefeated.com/features/white-immigrants-werent-always-considered-white-and-acceptable/.
Watkins, Eli, and Abby Phillip. “Trump Slurs Immigrants from ‘Shithole Countries’.” CNN, Cable News Network, 12 Jan. 2018, www.cnn.com/2018/01/11/politics/immigrants-shithole-countries-trump/index.html.
Willie Peyote. “Io Non Sono Razzista Ma…” Educazione Sabauda, ThisPlay Music, 2015. YouTube, https://youtu.be/dj9OL-6xPQ8.
This piece was developed as a result of several discussions held in ITAL204, Corso di Perfezionamento, taught by Dr. Sara Dallavalle